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Modificazioni biologiche della terapia

Con l’avvento delle nuove tecniche di neuroimaging (fMRI, PET, SPECT), si è vista realizzata la possibilità di esaminare le conseguenze
biologiche degli interventi psicoterapeutici e documentarne l’efficacia. La maggior parte degli autori siè concentrata sulla depressione e sul disturbo ossessivo-compulsivo. Pazienti con DOC presentavano un aumento del metabolismo nel nucleo caudato destro, mentre i pazienti depressi mostravano una ridotta attività nella corteccia prefrontale. Dopo il trattamento psicoterapico è stata messa in luce un’inversione delle irregolarità.
Ovvero un cambiamento nell’attività funzionale di specifiche aree corticali e/o sottocorticali il cui funzionamento anormale sostiene i sintomi clinici che caratterizzano una specifica patologia psichica.
Ne consegue che la psicoterapia produce modificazioni nel cervello, esattamente come un agente chimico E ciò è dovuto alla plasticità neurale, cioè la capacità del cervello di modificarsi sia durante lo sviluppo che da adulto, a seguito di esperienze e influenze ambientali, per esempio ai processi di apprendimento e di memoria.

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